Questa mattina avevo in programma uno dei miei innumerevoli esami del sangue. Il sabato mattina c’è molta più affluenza per ovvii motivi e le sedie della sala d’attesa sono per lo più piene. Mentre aspettavo il mio turno mi ha colpito una persona in particolare, una giovane donna che aveva su per giù la mia età. Mi ha guardata e ha visto una pancia di 9 mesi spuntare dalla giacca, ma tutto quello che ha fatto è stato continuare a restare seduta, totalmente impassibile.
Non ho avuto molto tempo per ragionare su cosa spinga una donna, ma se fosse stato un uomo sarebbe stata la stessa cosa, a reprimere quel pensiero di cedere il posto a sedere considerando il numero di persone che avrei avuto davanti prima di fare il mio prelievo. Davvero non riusciamo ad empatizzare con una donna incinta o con una persona anziana?
Lo stesso accade sui treni e sugli autobus. Quello che vorrei insegnare a mia figlia è proprio questo, imparare a prendersi cura degli altri, partendo da piccoli gesti di gentilezza.
Fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te.
Durante la gravidanza ho avuto anche incontri positivi: corrieri che mi portano i pacchi alla porta perché si ricordano che sono quella col panzone o signori anziani (anzianissimi!) che si sentono in colpa per aver avuto la priorità ed essermi passati davanti a uno dei tanti prelievi del sangue. Insomma, allora qualcuno di cuore c’è ancora…mi piace pensarlo. Un giorno le persone come la ragazza di oggi invecchieranno o saranno incinta e forse avranno una prospettiva differente della cura che gli altri avranno nei loro confronti.
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